L’Irlanda e la Brexit

Brexit è il nome dato all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, che ha conseguenze ma anche un occhio di riguardo sull’Irlanda e sui cittadini irlandesi.

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Il 23 giugno 2016 il Regno Unito ha tenuto un referendum sull’adesione all’Unione Europea. La domanda posta ai cittadini britannici è stata: “Il Regno Unito deve rimanere membro dell’Unione Europea o lasciare l’Unione Europea? Il 51,89% degli elettori ha votato per lasciare l’UE.

Il risultato di questa consultazione è la Brexit. Praticamente, il Regno Unito ha lasciato l’Unione Europea diventando un paese extra-UE, provocando non poche conseguenze.

Fino al 31 dicembre 2020 era in vigore un periodo di transizione. Durante questo tempo non è cambiato nulla e il Regno Unito ha continuato a rispettare tutte le leggi e le regole comunitarie, garantendo la libera circolazione di beni, servizi e persone da e verso il territorio britannico, come se fosse ancora uno Stato membro dell’UE a pieno titolo.

Nel medesimo periodo, si sono però svolte anche le negoziazioni sulle nuove relazioni tra il Regno Unito e l’Unione Europea, per arrivare ad un ‘divorzio’ consensuale e assicurare delle proficue relazioni, soprattutto commerciali, per il futuro.

Il 24 dicembre 2020 i negoziatori dell’UE e del Regno Unito hanno raggiunto un accordo e il 1° gennaio 2021 la Brexit è diventata realtà; il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord ha abbandonato l’Unione Europea non solo ufficialmente, ma anche praticamente, con delle conseguenze su molti aspetti, come la libertà di spostamento delle persone.

Ora, il confine tra la Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord segna il confine terrestre tra l’Unione Europea e il Regno Unito.

Ma, se è vero che i cittadini dei 27 Stati che compongono l’Unione Europea non hanno più il diritto di recarsi liberamente nel Regno Unito per studio, per lavoro o per svago, è altrettanto vero che questo non vale per gli irlandesi, ai quali è stato riconosciuto uno status particolare, anche in virtù di un accordo sugli spostamenti siglato dal Governo di Londra e dal Governo di Dublino, che risale addirittura al 1929.

A tal proposito, per evitare le conseguenze negative della Brexit sull’Irlanda, che ha di fatto creato barriere al commercio di beni e servizi, alla mobilità e agli scambi transfrontalieri, è stato firmato un protocollo sulla Repubblica d’Irlanda e l’Irlanda del Nord. Questo protocollo rappresenta un sistema di norme complesse ma funzionali, che consentono all’Irlanda del Nord di rimanere nel territorio doganale del Regno Unito e, allo stesso tempo, di beneficiare dell’accesso al mercato unico.

Quindi, dal punto di vista dei diritti, in tutta l’Unione Europea solo i cittadini irlandesi possono vivere, viaggiare, lavorare e studiare senza autorizzazione e visto di ingresso nei territori britannici (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord, Isola di Man e Isole del Canale).

In altre parole, i cittadini irlandesi e britannici possono vivere in entrambi i paesi e godere di diritti e privilegi associati, tra cui:

  • accesso ai sussidi
  • accesso all’assistenza sanitaria
  • accesso ai supporti per l’edilizia sociale
  • diritto di voto in alcune elezioni

Dal 1° gennaio 2021 l’Irlanda del Nord, tranne che per i cittadini irlandesi, è diventata meno accessibile per milioni di europei, compresi gli italiani. Se fino al 31 dicembre 2020, questo lembo di terra dell’isola di smeraldo poteva essere visitata, attraversata e vissuta senza problemi, oggi, come conseguenza della Brexit, merita qualche accorgimento. Visitare l’Irlanda del Nord o continuare ad abitarci implica il rispetto di determinate regole e qualche cambio di programma.

(pag. C003)

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